Negli 11 anni trascorsi dal lancio di WeWork a New York, la società è cresciuta in modo esponenziale, ha lottato per trovare un equilibrio e ha raggiunto un punto di stabilità, il tutto mentre continua a reinventare e perfezionare la modalità e lo spazio di lavoro delle aziende. I dipendenti di WeWork hanno seguito il processo di evoluzione della società, molti di loro sono cresciuti insieme, da stage a posizioni più rilevanti, e oltre. Al centro dell’azienda ci sono la community e i facilities manager: sono loro che tengono aperti gli edifici ogni giorno e sono il volto dell’azienda per migliaia di membri in tutto il mondo.
Con l’avvicinarsi della quotazione in Borsa di WeWork, abbiamo parlato con sette dipendenti dei servizi della community di tutto il mondo, da Seoul a Washington D.C., che sono parte della società da molti anni. Hanno condiviso con noi le loro esperienze iniziali, cosa è cambiato da allora e cosa stanno programmando per il futuro.
Quali sono state alcune delle tue prime esperienze come membro della community WeWork? Com’è cambiata nel tempo?
Alex Rodriguez, facilities manager, Washington, D.C. (a WeWork da quasi sette anni): all’inizio eravamo una piccola società. Il mio primo giorno è terminato con una riunione del team con tutti i dipendenti con sede a Washington: entravamo tutti in una sala conferenze per sei persone. In quella sala si respirava diversità: culturale, professionale e perfino nel modo di vestire.
Successivamente, sono stato promosso a responsabile della community [in un nuovo edificio]. Da allora, ho perso il conto di quante volte ho cambiato posizione. Ma penso che l’esperienza sia sempre rimasta la stessa; ogni giorno abbiamo affrontato sfide diverse, abbiamo lavorato fianco a fianco con persone davvero fantastiche e costruito edifici meravigliosi.
Daniela Toro, Responsabile senior dell’esperienza dei membri, Città del Messico (a WeWork da cinque anni e mezzo): ho iniziato oltre cinque anni e mezzo fa come uno dei primi membri del team in America Latina. Siamo stati assunti per aprire il primo edificio in assoluto [in Messico]. È stato incredibile perché, ad esempio, non avevamo niente in spagnolo, quindi abbiamo creato tutta la segnaletica da zero. Abbiamo dovuto tradurre tutto per un mercato completamente diverso, con molti cambiamenti a livello culturale.
Marga Snyder, referente della community di New York (a WeWork da 10 anni e mezzo): sono stata assunta da Adam [Neumann [fondatore di WeWork], e ho iniziato come assistente responsabile dell’edificio: è così che ci chiamavamo. Avevamo questo spazio per eventi che faceva parte dell’edificio ed era bellissimo, con un ingresso separato. Mi sono detta: "stiamo cercando di vendere membership e c’è questo bellissimo spazio; quindi perché non lo prenotiamo per eventi serali, dal momento che non viene utilizzato?"
E così, sono diventata Direttrice di eventi e ho fondato il team degli eventi. È stata un’esperienza pazzesca, a cui ho dedicato tantissime ore. Pubblicavo annunci su Craigslist e prenotavo per ogni tipo di evento, come una festa per la squadra di basket femminile di Baruch [College].
Corey Mills, referente della community, New York (a WeWork da sei anni): ho iniziato a lavorare a WeWork nel 2015, in un momento di particolare fermento. Era chiaro che questa nuova società avrebbe lasciato il segno. Sei velocissimi anni dopo, la differenza è incredibile.
Anche se può sembrare che in passato si trattasse di aprire un edificio dopo l’altro e acquistare, acquistare, acquistare, ora abbiamo altri modi per monetizzare i prodotti a nostra disposizione, come WeWork All Access e WeWork On Demand che semplificano l’accesso ai nostri spazi. Abbiamo avviato una nuova partnership con Saks Fifth Avenue (SaksWork). La società sta quindi entrando in una nuova fase.
Paula Seretny, Community Area Director, Melbourne (a WeWork da quattro anni e mezzo): abbiamo aperto centinaia di edifici e assunto migliaia di persone. Processi, sistemi, design e leadership sono cambiati. Quello che è rimasto sempre lo stesso è questo vivace e incredibile gruppo di menti brillanti che guidano la nostra cultura: è questa l’essenza della nostra "ricetta segreta".
Ana Maggiore, global program manager, soluzioni per la community, USA (a WeWork da 10 anni): è stato fantastico osservare l’evoluzione della nostra società nonostante le crescenti difficoltà, dalla gestione operativa dei nostri spazi al design innovativo, passando per un aspetto molto più raffinato. È stato solo l’anno scorso che mi sono accorta della trasformazione di WeWork: da società in crescita a società di grande successo. Stiamo sviluppando sistemi e processi che rafforzano le nostre fondamenta, e sono assolutamente più forti che mai.
Qual è stata la tua crescita personale all’interno di WeWork? Cosa ti ha aiutato a crescere professionalmente durante la tua permanenza a WeWork e cosa ti aiutata a rimanere ispirata?
Paula: negli ultimi quattro anni e mezzo, sono stata incredibilmente fortunata a lavorare in tre diversi mercati e a ricoprire quattro ruoli differenti. [Dopo aver iniziato a Londra], ho avuto l’opportunità di accrescere ulteriormente le mie competenze aprendo il mercato in Polonia, un’esperienza di apprendimento unica. Vendere il sogno WeWork da un bar, mentre visiti un edificio vuoto e ancora da allestire, lavorare con team interfunzionali e costruire team e community partendo da zero è stato davvero indimenticabile.
Ana:
sono cresciuta professionalmente all’interno di WeWork. Ho iniziato a 23 anni senza esperienza nel mondo reale, non avevo lavorato da nessun’altra parte. Questo mi ha aiutato ad acquisire fiducia in me stessa e mi ha offerto una serenità senza pari. Ho imparato a costruire relazioni solide e di fiducia con i nostri membri, anche quando errori e problemi erano frequenti. Sono diventata una leader quando ho aperto il mercato di Denver e ho creato un team partenzo da zero.
La community per me è come un sentimento. E WeWork mi fa sentire in un modo in cui non mi ero mai sentito prima.
Alex Rodriguez, facilities manager, Washington D.C.
Stella Kim, referente della community, Seoul (a WeWork da quattro anni): quando sono entrata a far parte di WeWork Korea quattro anni fa, avevamo solo 28 persone e tre edifici in Corea del Sud. Ora abbiamo 130 persone nel team e 20 edifici. Ho avuto l’opportunità di aprire due edifici e di organizzare una grande festa di inaugurazione per un edificio.
Uno dei manager che ho avuto aveva ottime capacità relazionali. Sapeva come costruire un buon rapporto con i membri e anche con gli altri team. Ho avuto l’occasione di imparare dal suo modo di lavorare, di comunicare e di parlare. Quando mi sono trasferita in un nuovo team, mi sono resa conto che le mie capacità relazionali erano migliorate grazie a lui.
Corey: ciò che mi ha aiutato a crescere professionalmente sono stati i suggerimenti, l’aiuto e il riconoscimento del duro lavoro. WeWork è una società che premia chi lavora duramente e questo ti rende motivato a fare di più, il che favorisce la crescita. La capacità di lavorare su progetti che risolvono problemi reali e il fatto che potessi presentarli al management, mi ha aiutato a crescere in molti modi. Mi offre la motivazione per a continuare a sforzarmi a fare del mio meglio e a crescere.
Alex: la community per me è come un sentimento. E WeWork mi fa sentire in un modo in cui non mi ero mai sentito prima. Molti di noi sono consapevoli che la nostra esperienza qui come dipendenti è la stessa dei membri, e che non esiste da nessun’altra parte. E questa per me è la magia di ciò che facciamo qui. Sono molti i vantaggi materiali di far parte di questa esperienza. Ma se c’è una cosa che nessun altro può offrirci è quella sensazione e quel senso di appartenenza che ne deriva.
Com’è la tua giornata di lavoro tipo a WeWork? Com’è l’interazione con i membri?
Corey: mi assicuro del funzionamento delle operazioni del nostro edificio e che i membri che lavorano dalla nostra sede abbiano la migliore esperienza possibile. L’interazione con i membri ora mi dà un enorme sollievo: è gratificante essere una di quelle persone in grado di assistere gli altri. Molti dei nostri membri hanno confermato che questo tipo di interazione è spesso quello di cui hanno bisogno.
Stella: risolvo i problemi dei membri, rispondo a qualsiasi richiesta, controllo le condizioni operative dell’edificio, comunico con i team pertinenti e creo eventi per i membri. Ho lavorato in sei sedi negli ultimi quattro anni, il che significa che ho incontrato almeno 8.000 membri. A volte non ricordo i nomi dei membri, ma loro ricordano il mio. Questo mi fa sentire parte di una community, parte del mondo.
Alex: attualmente gestisco le operazioni delle strutture per il mercato della regione del Mid-Atlantic negli Stati Uniti (Washington D.C., Maryland, Virginia, Filadelfia). Interagire con i membri è stata, sin dal primo giorno, un’esperienza vivace, profonda e personale.
Ana: promuoviamo e incoraggiamo i team della community da una posizione centrale. Per ogni iniziativa, pensiamo a come questa influirà sui membri e/o sui team della community. I due membri del mio team e io collaboriamo con queste parti interessate per assicurarci che tutto venga fatto seguendo il giusto obiettivo. Li aiutiamo a elaborare il piano di comunicazione, ottenere l’approvazione dal team dirigenziale e fungiamo da collegamento per garantire un’implementazione lineare. È stato divertente per me vedere quanto ne abbiamo bisogno come società, oltre a essere in grado di assumere quel ruolo e contribuire a crearlo.
Quali dei valori di WeWork senti più tuo?
Paula: i due valori che più rispecchiano mia filosofia di vita sono: la "mentalità imprenditoriale" e "cortesia e gentilezza". Nel mio ruolo, è fondamentale essere resilienti e avere la mentalità imprenditoriale per raggiungere gli obiettivi e aiutare a portare avanti la nostra attività. Tuttavia, è importante anche ricordare che siamo tutti umani, e che essere vulnerabili, autentici e gentili gli uni con gli altri ci consente di costruire un rapporto di fiducia.
Corey: "mostrare gratitudine" è quello che più mi rispecchia. Ho imparato a essere grato per tutto e a prendere ogni singola interazione come un’opportunità per imparare e crescere.
Alex: "Fai la cosa giusta". Per me, rappresenta la versione 2.0 di "essere autentici", dei valori originali. Nel mio ruolo, ogni giorno prendo decisioni che hanno un impatto sui nostri membri e sulla nostra attività. Nel prendere queste decisioni è sempre importante ricordare le fondamenta: mantenere una community forte, costruita sulla base della fiducia e dell’integrità.
Cosa significa per te "fornire al mondo del lavoro strumenti di consapevolezza per il futuro"? Come vedi l’entrata in borsa della nostra società?
Ana: immagino sempre la piramide dei bisogni di Maslow. Nel contesto professionale, forniamo alle persone la base della piramide, le cose di cui hanno bisogno per sviluppare appieno il loro potenziale Forniamo loro uffici bellissimi, confortevoli e funzionali in modo che abbiano un posto per esprimersi. Forniamo Wi-Fi, caffè, sale conferenze, stampanti, in modo che possano svolgere le loro attività primarie.
Raggiungiamo anche la sezione centrale della piramide, per aiutarli a instaurare rapporti e trovare un senso di appartenenza. Possono quindi concentrarsi sul loro vero lavoro e utilizzare la loro mente e la loro energia per fare ciò che li appassiona.
Tutti quelli che conosco amano le storie di chi parte da zero, supera le difficoltà e arriva al successo. Non capita spesso di far parte di una storia del genere, e sono felice di essere qui.
Corey Mills, referente della community, New York
Marga: grazie a WeWork, alcune persone ora sono in grado di realizzare il sogno della propria vita, mentre altre possono risolvere enormi problemi.
Corey: tutti quelli che conosco amano le storie di chi parte da zero, supera le difficoltà e arriva al successo. Ecco perché, per quanto ci riguarda, riprenderci dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutti i commenti negativi, ed essere parte di una società in evoluzione che sta raggiungendo un traguardo importante… beh, non capita spesso di far parte di una storia del genere, e sono felice di essere qui.
Alex: per me, l’entrata in borsa rappresenta il riconoscimento della nostra crescita, da startup improvvisata a potenza globale a tutto tondo. Rappresenta tutto ciò per cui abbiamo lavorato in tutti questi anni ed è un’ulteriore prova che ciò che facciamo qui è davvero importante. Per citare il rapper Drake: "What a time to be alive!" (che periodo, per essere in vita!)
Anna Dimond scrittrice, redattrice e content producer basata a Los Angeles e Cape Cod, MA. Si occupa di attività outdoor, culturali, commerciali e di politica per The Washington Post, ESPN, Red Bull e altri.
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